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Don Sebastian: un sacerdote indiano a Monte Marenzo

Nei periodi di assenza di Don Giuseppe, e frequentemente a Natale e Pasqua, i cittadini di Monte Marenzo hanno imparato a conoscere Don Sebastian, che, con un italiano zoppicante ma comprensibile celebra l’Eucaristia e dà una mano al sacerdote titolare nelle confessioni.

Ma quale è la sua storia? Sono andato a trovarlo proprio alla vigilia del suo 44° compleanno (è nato il 14 agosto del 1968, auguri !!) e ho preso appuntamento per stamattina.

Mi riceve in canonica e iniziamo l’intervista con carta e penna, con lui che mi fa la cortesia di scrivere sul mio taccuino il suo difficile cognome e i nomi del paese da cui proviene.

Don Sebastian Ampattukuzhiyil  mi racconta di sé, delle sue origini:

I miei genitori, mio padre Varghese e mia madre Mary, sono contadini, la mia famiglia ha tradizione nell’agricoltura. Ho due fratelli e tre sorelle. Sono originario di Kannivayal, un villaggio del Kerala (Stato dell’India meridionale).

Lì c’è una grossa comunità Cristiana che risale dai  tempi apostolici di San Tommaso che venne missionario. La Chiesa di cui faccio parte ha quindi radici antichissime, contemporanee alla Chiesa di Roma, anche se il rito è quello Syro Malabar, molto diverso dal rito Romano e Ambrosiano.

Sono entrato in seminario della Savety San Paolo  l’11 luglio del 1983 e sono stato ordinato sacerdote il 21 gennaio 1997.

Sono membro della Society of St Paul in India, la Società Editrice San Paolo che ha sede in Italia ma ha numerose attività e sedi in tutto il mondo. Tramite la San Paolo India  sono arrivato per un periodo di studio a Roma il 15 giugno del 2008 all’Istituto Pontificio Biblico un’istituzione universitaria della Santa Sede, un centro di alti studi della sacra Scrittura.

Chiuderò i miei studi con una tesina sui versi di Matteo (5,43-48),sull’amore verso i nemici  (“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, …”).Un insegnamento biblico che si può applicare come è stato dimostrato dal nostro Mahatma Gandhi.

Come ti sei trovato in Italia, che rapporto hai avuto con noi italiani?

L’impatto è stato positivo, innanzitutto per il paesaggio straordinario, la bellezza del Paese. Ho trovato ordine e pulizia, ben diverso dall’India, ma in Germania, dove sono stato, ho trovato più ordine e disciplina.. Ci sono pregi e difetti ovunque. Non ho numerose frequentazioni al di fuori dell’ambiente dell’Università, ma ovunque sono andato ho trovato italiani ospitali, accoglienti ed amichevoli.

Mi sono quindi trovato bene ma ormai è quasi tempo del mio ritorno in India a gennaio o febbraio del prossimo anno, a continuare il mio lavoro presso i Paolini.

Come e perché sei arrivato a Monte Marenzo?

Tramite Luigi Isacco che, con sua moglie Barbara era stato in India in viaggio di nozze e aveva visitato la nostra Comunità. Luigi aveva poi chiesto ai Paolini a Roma di inviare a Monte Marenzo alcuni missionari che testimoniassero la loro esperienza. Prima con Don Renato e poi con Don Giuseppe è proseguita questa collaborazione con i Paolini con diversi missionari in occasione della Pasqua e del Natale e quando è assente il parroco di Monte Marenzo. Io sono venuto per la prima volta nel dicembre del 2008 e sono tornato spesso, anche per un mese come nel luglio dello scorso anno e quest’anno sarò qui fino al 24 agosto. 

E Monte Marenzo cosa ti lascia?

E’ stata un’esperienza molto positiva. La bellezza del paesaggio, la tranquillità, l’affetto di tutte le persone e l’ospitalità di quanti mi hanno invitato a pranzo o a cena…

E cosa vorresti lasciare?

Vorrei lasciare un messaggio a tutti di essere attivi nella Chiesa. Perché la Chiesa non è un apparato burocratico, la Chiesa siamo tutti noi.

 

Ringrazio Don Sebastian per la sua disponibilità e gentilezza. Il tempo di una foto in canonica e fuori, davanti alla chiesa.

Auguri per gli studi, buon lavoro e buon ritorno in India.

Un pensiero su “Don Sebastian: un sacerdote indiano a Monte Marenzo”

  1. Don Sebastian in questi giorni si trova in Terra Santa.
    Scrive:
    “Qui molto caldo, per visitare luoghi dell’Antico Testamento e Nuovo Testamento,
    discutere dell’Archeologia della bibbia, molto interessante,
    dobbiamo camminare e camminare (ma non è un grande problema per un Indiano)”.

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