Storia, scienze, geografia ed arte a Santa Margherita
Suor Michela Pagani è convinta che storia, scienze, geografia ed arte si possano studiare anche visitando i tanti gioielli paesaggistici e culturali che ci sono in Valle San Martino. Così ha deciso di portare i ragazzi delle scuole medie della “Caterina Cittadini” di Calolzio in alcuni siti della Valle: Somasca e San Girolamo, il Monastero del Lavello, la chiesa di San Michele e l’oratorio di Santo Stefano a Torre de Busi e, ovviamente, il “nostro gioiello tra i boschi”, la chiesetta di Santa Margherita sopra Monte Marenzo.
Ieri pomeriggio (per fortuna c’era il sole e solo qualche goccia al ritorno sotto gli alberi del bosco), come Associazione culturale UPper Monte Marenzo, d’accordo con il parroco don Angelo, abbiamo accompagnato Suor Michela, un’altra insegnante e una dozzina di ragazze e ragazzi di una prima media sul colle di Santa Margherita.
Durante l’ascesa, in via Donizetti, il gruppo ha potuto osservare il paesaggio: il lago di Garlate, il monte San Martino (che sembra il profilo di una persona con quel naso, dice un ragazzo), il Monte Barro e le case di Monte Marenzo . Mostro loro una foto tratta dal libro “Monte Marenzo tra storia, ambiente, immagini e memoria”. E’ un’immagine del 1920 con una panoramica da casa Butti su coltivi, frutteti, vigneti e gelsi. Come è cambiato il paesaggio in cento anni!
Poi presso l’abitato di Pòrtola si possono vedere gli ulivi piantati una trentina di anni fa e che ora producono olio (qui una volta c’erano solo prati e boschi) e laggiù in fondo il profilo dei grattacieli di Milano… (non è geografia questa?)
Nel bosco si possono vedere le tante varietà di alberi e le pozze dove ci sono i girini delle salamandre… (una pagina di scienze!)
Su in cima ci sono i resti di un presidio militare dell’anno mille che gli archeologi hanno scoperto una ventina d’anni fa (e questa è storia…).
Ma poi il “gioiello”, la chiesa di Santa Margherita con i suoi stupendi affreschi del Quattrocento. E le ragazze ed i ragazzi hanno potuto ammirarli e capire come sono stati dipinti e le storie che rappresentano (una bella ora di arte, no?).
Tante le domande dei ragazzi ma anche tante le loro intuizioni (in quel riquadro Olibrio sembra stia contando…) e lodevole la loro attenzione.
Insomma come è andata Suor Michela? “È stato davvero interessante e i ragazzi sono stati soddisfatti.”
Ottimo, Sergio: è bello che anche i giovanissimi sperimentino questa “Scuola nel bosco”!
E certo sarà stato ben contento, se ha visto (come credo) il gruppetto di ragazze e ragazzi, attenti e curiosi, il nostro Maestro (appunto!) delle Storie di Santa Margherita…!