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Colpito nel segno

Quando leggi sui giornali, sui social e siti web che tante (verrebbe da dire tutte…) associazioni del mondo della disabilità si sono mobilitate contro il nuovo piano della Regione Lombardia e del Governo per la gestione del Fondo Nazionale per la non autosufficienza, ti viene spontaneo: “Colpito nel segno!” Ma ancora una volta purtroppo in senso negativo…

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la delibera n. 1669 approvata dalla Giunta regionale il 28 dicembre 2023 che dal 1° giugno 2024, farà passare il sussidio per l’assistenza familiare da 650 a 400 euro per più di 7mila persone con disabilità grave o gravissima.

Prova ne è che l’Assessore alla famiglia, solidarietà sociale e pari opportunità della Regione Lombardia, Elena Lucchini è dovuta subito intervenire per chiarire che “Non ci sarà nessun taglio al sistema dell’autosufficienza, le risorse sono aumentate rispetto all’anno precedente e la normativa nazionale prevede una rimodulazione…” ma poi ha subito aggiunto che “lavora per reperire nuovi fondi” rinviando l’entrata in vigore del provvedimento di 6 mesi “in attesa di una risposta da parte del Governo”.

Il nervo scoperto è proprio questa misteriosa “rimodulazione”. Più servizi in favore della disabilità o più fondi direttamente alle famiglie? Verrebbe da dire ENTRAMBI! …se si andasse ad analizzare la realtà attuale e nello specifico provvedimento per provvedimento.

Non vogliamo entrare nei particolari per trattare di tutte le voci dell’assistenza alla disabilità perché finiremmo nelle infine discussioni di chi sostiene che non si taglia ma si aumenta e di chi invece sostiene proprio tutto il contrario. Ci uniamo però a tutte quelle associazioni molto più esperte della nostra come la Ledha Milano – Lega per i diritti delle persone con disabilità – che afferma: “A partire dal 1° giugno 2024, più di settemila persone con gravissima disabilità che vivono in Lombardia vedranno decurtare da 650 a 400 euro mensili il proprio contributo per l’assistenza domiciliare. Una situazione analoga riguarderà ulteriori diecimila persone con grave disabilità, che ricevono contributi per la loro assistenza da parte dei Comuni.” Dello stesso parere è la Fish – Federazione italiana per il superamento dell’handicap: “Persone con disabilità, la direzione presa è quella sbagliata”. Ancor più forte è la presa di posizione di AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi laterale amiotrofica che senza giri di parole definisce il provvedimento “una scelta inaccettabile” evidenziando “i gravi effetti di un taglio così radicale”. Delusione e amarezza arriva invece da Marco Rasconi, Presidente nazionale UILDM che commenta amaramente questo provvedimento «Siamo molto delusi perché in questi mesi abbiamo sottolineato più volte la situazione ma le criticità sono state ignorate”.

Da parte nostra vorremmo semplicemente sostenere:

1) Quando si interviene in campi così delicati che toccano famiglie che vivono ogni giorno sulla loro pelle le situazioni di grave e gravissima disabilità fondamentale è sedersi ad un tavolo con loro e i loro rappresentanti prima di mettere in atto “rivoluzioni” con provvedimenti che ahimè spesso non hanno sicure coperture economiche e come spesso accade in Italia “si fa una bella cornice, ma il quadro resta vuoto” (Vincenzo Falabella – Fish).

2) Lasciare alle famiglie la libertà di scelta tra la fornitura di un servizio oppure un contributo economico. Se poi il servizio proposto si dimostrerà all’altezza delle promesse non siamo tutti d’accordo che sarà il preferito? Imporre a tutti una sola scelta cosa comporterebbe? Tutte le Regioni danno o daranno un servizio adeguato? Così pure un piccolo Comune potrà fornire la stessa qualità di uno grande, di un capoluogo? Quanti sono i servizi sociali e comunali, già sotto stress per assenza di organico, che riusciranno a sobbarcarsi ulteriori carichi di lavoro?

Siamo perciò solidali con chi con forza sostiene che le misure a sostegno della disabilità vengano riformulate, innanzitutto garantendo la continuità degli interventi già in atto e non peggiorando la situazione, tenendo conto delle esigenze concrete delle persone e consultando le associazioni che le conoscono.

                                   Alberto Nava
Presidente Associazione “LO SPECCHIO A.P.S.”

 

Un pensiero su “Colpito nel segno”

  1. Cosa dire di più, abbiamo bisogno di coinvolgere di più le famiglie per aiutare a capire cosa succede, la non conoscenza ci porta a questa situazione!!!

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