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Il 25 Aprile continui ad ispirarci per costruire un futuro di pace e di solidarietà

Il 25 Aprile nell’intervento del sindaco Paola Colombo.

Cari Concittadini,

il 25 Aprile 1945, 79 anni fa, il Comitato di Liberazione Nazionale dichiarava a Milano e in tutto il Nord Italia lo sciopero generale. La popolazione insorgeva e i partigiani occupavano le città, l’Italia riconquistava la libertà, la democrazia e il suo onore e il fascismo veniva definitivamente sconfitto. La terribile seconda guerra mondiale giungeva al suo termine e si aprivano speranze per un mondo senza guerre, senza genocidi, senza razzismi.
Da allora, il 25 aprile di ogni anno celebriamo la Festa della Liberazione che commemora la fine dell’occupazione nazista e del regime fascista durante la Seconda Guerra Mondiale.
Questo giorno è e deve rimanere un simbolo di libertà e democrazia; è un giorno che incarna il Coraggio, la Resistenza e la Vittoria della democrazia sulla tirannia, della libertà sulla schiavitù. È una giornata che ci ricorda gli ideali per i quali molti italiani  hanno sacrificato tutto, spesso anche la loro vita: è un richiamo alla memoria di coloro che hanno combattuto senza esitazione, che hanno dato la propria vita per il bene comune, che hanno lottato per un’Italia libera e democratica ma soprattutto va ricordata la grande partecipazione sociale che non ha riguardato solo una parte politica ma tutti i cittadini italiani perché la Resistenza fu espressione di appartenenze diverse tra loro ed è importante smentire l’idea che la Resistenza sia stata appannaggio di una sola componente politica della nostra democrazia, la Resistenza fu mossa da un intero popolo perché alle forze combattenti si unirono anche coloro che diedero assistenza ai clandestini, che nascosero o fecero fuggire gli ebrei perseguitati. 
Per rendere onore a chi ha combattuto ed è morto per la nostra libertà non possiamo non riconoscere che i principi della lotta antifascista sono stati un elemento fondativo della nostra Costituzione che proclama una serie di diritti fondamentali inviolabili come la libertà di voto, il pluralismo dei partiti, un sistema di divisione e bilanciamento dei poteri dello Stato, tutti elementi che contrastano con l’idea che era stata del fascismo di partito unico, di stato gerarchico, di assenza di elezioni e pluralismo.
Ma il 25 aprile, ogni anno, sembra dividere a causa di interpretazioni contrastanti degli eventi storici, di distorsioni della memoria nel corso del tempo o manipolazioni, delle controversie non risolte. Ma polemiche e divisioni lasciano il tempo che trovano, è più importante riflettere sui valori di Libertà, Democrazia e Solidarietà che il 25 aprile rappresenta e lavorare per superare le divisioni attraverso il dialogo, la comprensione e il rispetto reciproco. E’ fondamentale inoltre che le istituzioni educative, come le scuole, insegnino la storia in modo accurato, completo e imparziale, basandosi su fonti affidabili e incoraggiando lo spirito critico degli studenti.
La nostra generazione che non ha fortunatamente vissuto la guerra ma che ha avuto la guerra fuori casa, ha il dovere di trasmettere ai giovani i grandi valori del novecento ma anche la memoria e i racconti delle sue immani tragedie perché quei valori diventino irrinunciabili e perché le tragedie non si debbano più ripetere.
Nessuno oggi ci chiede più, fortunatamente, di andare a combattere e morire per la patria ma quello che noi dobbiamo fare è almeno riconoscere i valori della resistenza nella realtà quotidiana e nelle crisi drammatiche che sono sotto i nostri occhi e che sono delle terribili tragedie.
La guerra in Ucraina non accenna a rallentare e sono già passati più di due anni dall’invasione russa che ha portato distruzione e migliaia di morti su entrambi i fronti. Come se non bastasse in medio oriente si è aggiunto l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso che ha provocato 1400 vittime, 240 ostaggi 100.000 sfollati israeliani tra il nord e il sud del paese. La risposta israeliana a queste violenze nella Striscia di Gaza che è al centro di operazioni militari ha causato tra i palestinesi più di 30.000 morti per la maggior parte donne e bambini, più di un milione di sfollati e una catastrofe umanitaria immane.
In un mondo, quello di oggi, ancora segnato dalla violenza, dall’intolleranza e dall’ingiustizia, dobbiamo essere vigilanti e fermi nel nostro impegno per la pace e per i diritti umani.
In questo scenario che vede l’Europa coinvolta in guerre che stanno cambiando gli assetti geopolitici mondiali e un futuro che porterà all’ingresso di nuovi Stati nella UE, gli Stati europei devono decidere cosa vogliono fare, per il bene dei propri cittadini e della casa comune europea. In questo nuovo mondo, solo gli Stati che abbiano una dimensione continentale possono sperare di avere un ruolo geopolitico in una trattativa bilaterale o multilaterale. Qualunque singolo Stato europeo, da solo, non avrebbe peso sufficiente per affrontare una qualunque competizione in qualsiasi settore, dall’economia alla politica, con realtà concorrenti quali la Cina, gli Stati Uniti, la Russia, l’India, o minimamente pensare di avere un peso politico per avere una qualsiasi influenza nel continente africano.
Tra poco più di un mese avremo la possibilità e la responsabilità di andare a votare per il rinnovo del parlamento europeo e votare è l’unico modo che abbiamo per agire sulla direzione da seguire e contribuire anche alla pace e alla sicurezza del mondo. Le decisioni che verranno adottate in quel contesto influiranno la nostra vita futura e quella dei nostri figli e se non parteciperemo, lasceremo agli altri la possibilità di scegliere per noi ma soprattutto, la democrazia parlamentare europea perderebbe la sua forza e i suoi valori perderebbero significato: quante più persone andranno a votare, tanto più forte sarà l’Europa.
Occorrerebbe attribuire un maggior potere alle istituzioni dell’Unione europea per poter decidere senza il vincolo dell’unanimità quello che è l’interesse “strategico” di tutta l’Europa unita e non l’interesse “tattico” e miope di breve periodo di un singolo Stato.
Con il voto siamo chiamati a preservare e difendere i valori di libertà, democrazia, tolleranza e uguaglianza che sono stati conquistati con così tanto sacrificio da chi ci ha preceduto. Dobbiamo impegnarci a mantenere viva la memoria della Resistenza e dei suoi caduti e far presente alle nuove generazioni che la democrazia non è una forma di governo scontata ma che basandosi sul principio del consenso popolare e sul rispetto dei diritti individuali e delle libertà civili richiede, per il suo mantenimento, costante impegno, vigilanza e partecipazione attiva da parte di ciascun cittadino.
Mi auguro che il 25 aprile continui a essere un giorno di riflessione, di gratitudine e di speranza e che ci richiami alla responsabilità di cittadini. Che possa ispirarci per costruire un futuro di pace e di solidarietà per tutti.
Ringrazio gli Alpini perché ogni anno non fanno mai mancare la loro presenza e collaborazione, ringrazio l’ANPI, i rappresentanti delle Associazioni e i cittadini presenti. Ringrazio don Angelo che ci porta la parola di Dio che ci aiuta a riflettere e e guida il nostro cammino. Ringrazio anche la signora Daniela che ha realizzato i bellissimi tulipani rossi che oggi fanno da cornice al nostro monumento dei caduti.

Grazie a tutti. Viva l’Italia libera! Viva il 25 aprile!

(foto di Angelo Fontana)

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