15 anni della Provincia di Lecco. L’opinione di Graziano Morganti
Martedì 11 maggio la Provincia di Lecco ha festeggiato i suoi 15 anni. Sul palco erano chiamati i 3 Presidenti: Mario Anghileri (1995-2004) Virginio Brivio (2004-2009) Daniele Nava (dal 2009). Per l’assenza di Anghileri che era a Roma è intervenuto Graziano Morganti (assessore dal 1995 al 1999 e vicepresidente dal 1999 al 2004).
Abbiamo chiesto a Graziano Morganti qual è stato il senso della Provincia in questi anni e quale, secondo lui, il senso futuro di questa Istituzione.
Graziano: Nella Provincia di Lecco hanno deciso di confluire, nel 1981, i 90 Comuni che già aderivano al Comprensorio Lecchese. La decisione dei Comuni è quella che ha definitivamente sancito una situazione che era già nei fatti. Già era stata costituita a Lecco la Camera di Commercio e le sezioni provinciali dei Sindacati e di tutte le Associazioni di Categoria : Unione industriali, Associazione Piccole Imprese, Artigiani nonché sezioni provinciali dei Partiti Politici e degli uffici amministrativi dello Stato e anche la Società Civile era già da tempo organizzata sulla base provinciale.
Il senso di fondo quindi è stato quello di consolidare amministrativamente una realtà già vissuta nei fatti dai cittadini. Poi lungo questi 15 anni di esistenza è cresciuto, e di molto, il ruolo che la Provincia svolge soprattutto per le importanti deleghe ricevute da Stato e Regione Lombardia tra il 1999 e il 2004: la gestione delle strade, l’Agricoltura, il mercato del Lavoro con accorpamento degli ex Uffici di collocamento, i Trasporti locali, e infine il Turismo.
La Provincia di Lecco è stata la prima ad adottare il Piano Rifiuti e nel ‘98 il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) che è lo strumento di riferimento per l’adozione dei Piani Regolatori (oggi Piano di governo del territorio – PGT) dei Comuni. Questo PTCP, anche se poi dalla Regione Lombardia è stato parzialmente azzoppato, sarebbe il primo vero strumento urbanistico che contempla la pianificazione del territorio nell’ottica di salvaguardarlo anche per le future generazioni (tutela del sistema generale delle acque e di quello del verde) e in funzione di migliorare la vivibilità dell’oggi in un’area vasta considerando le dislocazioni dei sistemi produttivi – zone industriali – delle zone di residenza, dei trasporti locali, dei monumenti storici ecc. ecc.