Venerdì 30 Dicembre alle ore 20.00, come da un po’ di anni a questa parte (veramente non so con precisione quanti, forse qualcuno sa dirmelo) si è svolta la tradizionale fiaccolata a Santa Margherita.

Quest’anno a causa del pericolo d’incendio, dovuto al clima secco delle ultime settimane, invece delle torce a fiamma sono state usate quelle a batteria, ma l’atmosfera è stata suggestiva lo stesso.

Per me è stata la prima volta che sono riuscita a partecipare insieme ai miei bambini e il clima mi è un po’ sembrato quello dei pastori che si mettono in cammino per recarsi alla stalla dove è nato il piccolo Gesù.

Arrivati in cima la piccola chiesa, aperta ed illuminata anche da alcune candele, era pronta ad accoglierci.

Durante la Messa  don Giuseppe,  parlando della “forza” della Santa, ha illustrato il riquadro in cui Santa Margherita e Olibrio, aiutandosi con la gestualità, spiegano le ragioni della loro fede, dando un’interpretazione che mi è piaciuta molto. Alla fine ha ringraziato gli alpini per aver pulito la chiesina e la cima del Monte di Santa Margherita, ha ringraziato i volontari che fanno le aperture durante l’estate e il gruppo antincendio che ha presenziato la fiaccolata.

Finita la Messa, fuori dalla chiesa, i generosi alpini hanno offerto vin brulè, tè caldo, panettone e pandoro e un caldo fuoco a cui scaldarsi.

Visto la presenza di un gruppo di alpini, è stata colta l’occasione per dare loro i ringraziamenti preparati dagli alunni delle classi terze della scuola primaria. Ringraziamenti fatti dalle mani dei bambini e dettati dal cuore, per ringraziare i loro amici alpini che li hanno accompagnati qualche settimana prima durante l’iniziativa, proposta dall’Amministrazione Comunale alla scuola Primaria, denominata “Il Cercasentieri”.

Cinzia Mauri

(le immagini scattate con il telefonino da Cristina, raccontano l’atmosfera della serata, come quella di un presepe: luci ad illuminare visi e gesti avvolti dal buio).