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Grazie

Chi mi frequenta sa del cancro che da alcuni anni mi impiccia.

Non sto lottando contro la morte, come si usa dire, anche perché metterla così la partita è persa in partenza visto che quest’ultima vince sempre e con chiunque. Semplicemente mi impegno a spingere la vita più in là possibile.  Avere volontà conta, ma più che altro è un affidarsi; all’amore di Carla e della mia famiglia, all’affetto dei tanti amici, alla professionalità (e credo anche alle premure) dei medici e sanitari che mi hanno preso via via in carico.

A tutti loro sono riconoscente da qui all’eternità.

Però sino ad oggi ho colpevolmente dimenticato di ringraziare un soggetto decisivo che mi permette di andare avanti. Me ne sono reso conto l’altra settimana, uscendo dal reparto di oncologia dell’ospedale A. Manzoni di Lecco con in mano la mia bella scatola di compresse, ultimo ritrovato per avviare un nuovo step salvavita.

L’occhio cade sul prezzo: 5.930,00 euro per una dose mensile, più del doppio del mio reddito famigliare. Mi guardo attorno, stringo più forte la scatola al petto e corro a casa e la metto al sicuro.

Non ho pagato nulla: è a carico del Servizio Sanitario Nazionale, cioè di tutti noi. Non proprio di tutti. Di quelli che versano le tasse e tengono in piedi il Paese, dalle macro voci del bilancio pubblico sino alle mie compresse di apalutamide.

Quindi, caro contribuente, che tu sia pensionato, lavoratore, commerciante, professionista, imprenditore, scienziato e non so chi altro, grazie, ti sono infinitamente grato di donarmi ancora un pezzo di vita.

A questo punto è legittimo porsi due domande e darsi due risposte possibili.

E là dove non esiste un servizio sanitario pubblico che garantisce le cure anche a chi non può permettersele? La persona malata muore.

E degli evasori, orgogliosi delle loro furbate, che dire? Utilizzano tutti i servizi pubblici ed esercitano ogni diritto senza mai pagare il conto. Verso la loro comunità sono più stranieri di chi arriva sui barconi.

Questa riflessione mi è venuta oggi, giorno di San Martino patrono della nostra Valle, uno che non lasciava le persone morire di freddo.

 

6 pensieri su “Grazie”

  1. Condivido parola per parola quel che ha scritto Cristina (che ringrazio) e mi associo agli altri che stanno ringraziando Angelo.
    Sul suo post personalmente mi permetto di sottolineare col pennarello la frase rivolta agli evasori, vera piaga d’Italia. E’ anche loro la responsabilità di una Sanità pubblica in affanno, oltre a tante cose che non funzionano nel nostro Paese per mancanza di risorse.

  2. Ma Angelo! Se c’è qualcuno che, letteralmente, “si è speso”, ormai da molti decenni, per la comunità, sia mettendo al servizio del paese e del territorio le proprie competenze amministrative e le capacità di tradurre le idee in concretezza, sia le proprie doti umane, di ascolto, di attenzione e di sostegno verso tutti, scusa la retorica, ma credo abbia il tuo nome.
    Quanti bandi (regionali, nazionali) arrivati a finanziare le opere o gli interventi pubblici sono stati promossi dagli Amministratori che con te lavoravano? Quante cose belle sono state realizzate in tanti anni qui attorno? In massima parte, come ben sappiamo, chi s’impegna a livello locale per il ‘bene pubblico’ e nel sociale non riscuote mega compensi da manager o da superparlamentare né vitalizi né pensioni d’oro….
    E allora: chi dovrebbe dire ‘grazie’ a chi…?
    Può darsi che questo mio post, così ‘esposto’ in veste social, ti disturbi un po’ o semplicemente ti faccia sorridere, ma mi è venuto di getto; come sai, con l’età si perdono alcune remore e, come si dice (non proprio in bergamasco!): “Quanno ce vò, ce vò!”
    Se il nostro, sempre più prezioso, servizio sanitario può fornire, come a tutti noi anche a te, le cure necessarie, possiamo solo esserne contenti ed orgogliosi e ringraziare i Padri costituenti e quanti poi lo hanno voluto e realizzato.
    Se posso permettermi: tu, per favore, cerca di considerare il tuo speciale pacchetto di medicinali un meritato, dovuto, semplice ‘rimborso’ al lavoro che hai svolto.
    Non voglio oscurare l’altro aspetto, importante, che sollevi nel tuo intervento, quello legato al dovere civico del contribuire, ognuno per la propria parte, a finanziare i servizi pubblici, tra cui la ricerca scientifica che porta a trovare nuove medicine. Hai tantissima ragione. Ma qui, al momento, mi importava dire un’altra cosa.
    Cerchiamo di star bene, mi raccomando.
    C
    p.s.: e grazie, naturalmente

  3. Anch’io voglio dire alcuni grazie, primo a te Angelo per il tuo coraggio, poi a Carla e alla tua famiglia, poi a tutti gli amici che ti stanno in torno, poi soprattutto a quei medici e sanitari del reparto di Oncologia ospedale di Lecco che ti hanno preso via via in carico.
    Un grazie di cuore immenso a tutti.
    Angelo Fontana

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