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La Shoah e la memoria vigile

rete_webRiceviamo da Elisa Barachetti, Presidente della Biblioteca civica di Monte Marenzo, un contributo sulla “Giornata della memoria” che volentieri pubblichiamo. Il contributo ha aperto la rappresentazione teatrale che su questo tema si è tenuta in biblioteca il 28 di gennaio.

Noi stasera siamo qui per ricordare, ma anche per comunicare e riflettere insieme … Per questo motivo io quest’anno ho scelto di commemorare le vittime della Shoah tramite il teatro, perché –come diceva un mio maestro- “Il teatro è comunicazione tra esseri umani: tutto il resto è superfluo”.

E’ importantissimo ricordare la Shoah, il genocidio degli ebrei e le tante vittime del nazismo e del fascismo che ancora oggi, più di sessant’anni dopo, si appellano ancora alla giustizia divina.

Cona la legge n. 22 del 20 luglio 2000, l’Italia ha istituito il “Giorno della Memoria”, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti: oggi è assolutamente obbligatorio ricordare le leggi razziali, le deportazioni, le persecuzioni e i perseguitati italiani di quel tragico periodo.

Ecco allora la stima delle Vittime dell’Olocausto durante la Seconda Guerra Mondiale:

da 5,6 a 6,1 milioni di ebrei;

da 3,5 a 6 milioni di civili Slavi;

da 2,5 a 4 milioni di prigionieri di guerra;

da 1 a 1,5 milioni di dissidenti politici;

da 200.000 a 800.000 tra Rom e Sinti;

da 200.000 a 300.000 portatori di handicap;

da 10.000 a 250.000 omosessuali;

quasi 2.000 Testimoni di Geova.

Per un totale di circa  15 milioni di esseri umani.

Giustamente, una sola frase: “meditate, che questo è stato”.

Ma se la memoria degli errori-orrori del passato serve a costruire un presente giusto, io voglio dirvi che oggi, il 29 gennaio 2010, abbiamo anche altre vittime da ricordare, vittime che non appartengono al passato ma al presente …

Oggi è il giorno di ricordare Abdul Salam Guibre, giovane 19enne ucciso a Milano da due baristi per un furto di biscotti, il 14 settembre 2008.

Oggi è il giorno di ricordare Emmanuel Bonsu Foster, pestato da 4 vigili a Parma, ed esposto con il volto contuso al pubblico ludibrio, il 15 maggio 2009.

Oggi è il giorno di ricordare i cadaveri delle due bambinerom di11 e 13 anni trovati sulla spiaggia di Torregaveta, mentre il resto dei bagnanti continuava a prendere il sole, il 19 luglio 2008.

Oggi è il giorno di ricordare Petru Birlandeanedu, il musicista rom colpito per sbaglio dalla camorra nel quartiere affollato di Montesanto, e morto senza che nessuno gli prestasse soccorso, il 26 maggio 2009.

Oggi è il giorno di ricordare Nicola Tommasoli, 29enne ucciso a Verona da 5 neonazisti, il 1° maggio 2008.
Oggi è il giorno di ricordare Dino, giovane romano di 28 anni, accoltellato a fegato e polmone perché gay, il 23 agosto 2009.

Oggi è il giorno di ricordare Mario, ragazzo con la sindrome di Down, torturato, picchiato e deriso dai compagni di classe a Milano.

Oggi è il giorno di ricordare i tanti immigranti respinti, e i tanti immigrati morti nel Canale di Sicilia, che non hanno avuto nemmeno il tempo di essere respinti.

Oggi è il giorno di ricordare le rivolte di Rosarno e di Castelvolturno, episodi che denunciano i diritti che noi non vogliamo più difendere ed i lavori che non vogliamo più fare.

Io credo che ogni volta in cui anche una sola vita è spezzata, o una sola dignità è violata, è già stato commesso un crimine contro tutta l’umanità.

E dunque,  “meditate, che questo non sia di nuovo.”

3 pensieri su “La Shoah e la memoria vigile”

  1. e a proposito di “passato mai passato”, di perseguitati moderni e accanimento contro il diverso che sempre più ultimamente sta prendendo il sopravvento, vorrei segnalare che ieri mattina alle 7 (circa 0 gradi, avete presente?) è iniziato lo sgombero del campo Rom di Segrate, paese che non possiamo davvero definire “lontano” da noi, dove vivevano rifugiati circa 130 Rom, fra cui 50 minori, alcune donne incinte e diversi anziani e malati.
    Nei giorni precedenti allo sgombero, alcuni cittadini avevano cercato di protestare con l’amministrazione per questo provvedimento (da ciò deduco che gravi problemi di convivenza non ce ne fossero, anzi) e le insegnanti della scuola, hanno chiesto con una lettera alle autorità un ripensamento, anche temporaneo, per evitare che i bambini residenti nel campo, che frequentavano regolarmente le scuole locali, perdessero quel piccolo orizzonte che avrebbe potuto essere, grazie all’istruzione, il loro futuro.
    Dunque, non c’è stata completa indifferenza intorno a questo episodio, eppure queste 130 persone oggi se ne stanno comunque in cammino al freddo e sotto la pioggia, si stanno disperdendo nonostante gli sforzi dei volontari civili che hanno cercato di aiutarli durante lo sgombero.

    E allora, mi chiedo, come si fa? se gli appelli e le richieste non bastano di fronte alle decisioni persecutorie di una certa politica, come possiamo noi cittadini non concordi, noi che del diverso non abbiamo paura perchè il diverso non esiste, come possiamo far cambiare qualcosa?
    forse, dopo aver ricordato, meditato, informato, chiesto e provato (e non aver visto cambiare niente), forse sarebbe il momento di mobilitarsi veramente, scendere in piazza, farci sentire…
    noi giovani del popolo viola lavoriamo proprio per questo, chissà se siamo solo un gruppo (grandissimo gruppo, tra l’altro!) di idealisti o se, magari, con l’impegno, la controinformazione e l’aiuto anche di altri, riusciremo a far cambiare qualcosa…
    non lo so, ma ho tanta voglia di cambiamento quanta paura di peggioramento…

  2. Articolo molto interessante. Il “Giorno della memoria” non dovrebbe essere solo il 27 Gennaio, dovrebbe esserlo tutti i giorni. Dovremmo meditare tutti i giorni sull’uccisione degli ebrei presso i campi di sterminio, sui prigionieri di guerra che non sono riusciti a sopportare l’inferno dei campi di concentramento, sugli italiani gettati nelle fiobe dai titini; e su molti altri crimini che ancora oggi si compiono. Ma sopratutto dovremmo riflettere su questa frase del celebre scrittore, sopravvissuto all’Olocausto, Elie Wiesel: “Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza”. E’ stata l’indifferenza a caratterizzare gli anni dell’Olocausto; eviatiamo che ancora una volta l’indifferenza prenda il sopravvento.

  3. Purtroppo molti di noi non hanno potuto partecipare alla rappresentazione teatrale quella sera per la nevicata arrivata poco prima.
    Grazie allora ad Elisa che ci ha ricordato qui il senso del “Giorno della memoria” e non ha dimenticato le vittime del passato e quelle del presente.

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